La lettura ad alta voce, in una dimensione pubblica, come tramite per la conquista o la riconquista di spazi, luoghi istituzionali e cruciali della vita della città, ma anche desueti, marginali o abbandonati, come antidoto all’isolamento, all’individualismo e al venir meno della dimensione sociale e partecipativa o, ancora, come stimolo alla riscoperta del solo piacere di leggere e ascoltare e di rendersi protagonisti di un processo autenticamente culturale, coinvolgente e migliorativo.
Ha uno straordinario valore culturale e civile “Lectus. Vox populi“, una bella manifestazione che nello scorso settembre, a Teramo e provincia, ha proposto con successo, per il secondo anno, l’eredità di un programma semplice quanto illuminato, fare della lettura un “mantra laico attraverso il quale rilanciare il valore della conoscenza, del tempo lento dell’approfondimento, del confronto senza grida, del luogo dove convivono, senza conflitti, tesi e antitesi”. “Per noi – hanno dichiarato gli ideatori – Lectus è questo, una medicina sociale e politica: riconquistare gli spazi della polis, intesa nel suo senso etimologico, riaggregandosi come comunità”.
La direzione artistica di Lectus è di un eclettico regista teatrale teramano, Renato Pilogallo, nella cui biografia sono collaborazioni importanti, come quelle con Luigi Squarzina e Leo de Berardinis; il coordinamento è della giornalista Pina Manente. Si tratta, inoltre, di una manifestazione nata dal basso, giacché nella sua genesi hanno giocato un ruolo determinante i comitati di quartiere coordinati da quello di San Berardo, la mobilitazione liberale dei cittadini, la generosa adesione di un comitato di lettura che ha messo a punto i percorsi letterari e assegnato le letture. L’intera manifestazione ha trovato quest’anno la sua espressione nel tema “bellezza e cambiamento”: la bellezza come esperienza delle arti, il cambiamento come direzionalità storica e politica, volontà di incidere nelle coscienze e stimolare una rigenerazione della città che ritrova nella lettura e nei libri una propria matrice identificativa.
Lectus – dichiarano i curatori – “è l’unica manifestazione in cui è una intera città che legge, senza distinzioni di età appartenenza, matrice culturale o religiosa in un gioco di specchi con il mondo senza confini delle parole che è il cuore della scrittura…Lectus è ascolto e lettura, in tutti i luoghi sociali di Teramo, con uno sguardo speciale e particolarmente affettuoso a quelli che normalmente, per natura o condizione, si sentono esclusi o meno coinvolti da processi e dinamiche culturali. I temi sono universali, coinvolgono gli aspetti personali come quelli sociali della vita. Tutto rimanda al valore della conoscenza e della lettura, un valore indispensabile per comprendere, per superare le difficoltà e le paure, per trovare soluzioni”.
Non solo brani di letteratura, ma anche saggi, servizi giornalistici, canzoni, poesie, tesi scientifiche, lettere e codici di legge. Fra i temi un omaggio al ’68, ma anche l’ambiente, l’amore, le arti visive, la malattia mentale e il carcere, la religione, l’architettura, le relazioni e le interazioni “social”. Le letture hanno riempito di contenuti altrettanti luoghi, quelli deputati come le biblioteche e le librerie, quelli istituzionali, quelli in abbandono, i luoghi identitari ma anche e soprattutto quelli in cui l’umanità è provata dalla malattia, dalla vecchiaia, come le case di riposo per anziani, e dalla privazione della libertà, come il carcere.
Leggere, allora. Come esperienza e valorizzazione di un sentire condiviso e di un processo di make up culturale collettivo in cui ciascuno, passando, per dirla con Claudio Meldolesi, “dall’ombra alla luce”, ottiene di acquistare attenzione come individuo.