Uno degli ultimi patriarchi del nuovo teatro americano, George Bartenieff, si è spento il 30 luglio scorso nella sua casa di New York, circondato dall’affetto dei familiari e amorevolmente assistito dalla sua compagna d’arte e di vita, la drammaturga Karen Malpede.
Con lei fondò nel 1995 il Theatre Three Collaborative, dopo aver diretto, e co-fondato con Teo Barnes, Lawrence Cornfeld e Crystal Field, nel 1971, il glorioso Theatre for the New City, uno dei più attivi, impegnati e fecondi complessi teatrali dell’Off Off Broadway. Qui, interessato ad una contaminazione tra le arti al fine di disseminare nel pubblico consapevolezza sui temi dell’ecologia e dell’equità sociale ideò la formula degli Eco festival e la Greenwich Village Halloween Parade, una grande manifestazione di teatro di strada offerta gratuitamente e contemporaneamente alle comunità in nove quartieri della città.
Il 1 settembre le ceneri di Bartenieff sono state sparse nel bosco commemorativo del Bread and Puppet Theatre, nel Vermont. “Il nostro Theatre Three Collaborative – ha comunicato Karen Malpede – viene sepolto oggi mentre lasciamo le ceneri di George nel bosco in cui molti dei nostri amici artisti sono commemorati con piccole case o altre strutture. A destra si trova la tomba di Elka Schumann (moglie di Peter Schumann, il fondatore del Bread an Puppet, N.d.R.), …Judith Malina ha un piccolo edificio lungo il pendio”.
Nato Berlino nel 1933 in una famiglia di ballerini, nel 1939 emigrò negli Stati Uniti. Fu compagno di studi di Judith Malina al Dramatic Workshop, la scuola fondata a New York da Erwin Piscator, dove frequentò le lezioni della moglie, la danzatrice Maria Ley ma, come ha raccontato, ebbe spesso l’occasione di recitare con Judith negli spettacoli allestiti dal Maestro.
George Bartenieff e Karen Malpede hanno messo in scena molte opere poetiche su questioni di giustizia sociale, scritte dalla stessa Malpede, affrontando tematiche cruciali come la guerra e lo stupro (The Beekeeper’s Daughter), la guerra in Iraq (Prophecy), la tortura (Another Life), il cambiamento climatico (Extreme Sia), e che propongono visioni utopiche della vita dell’uomo (Other Than We). Hanno anche adattato I Will Bear Witness, basato sui diari dell’Olocausto di Victor Klemperer, insegnante ebreo nelle scuole tedesche, rappresentato lungamente negli Stati Uniti e in Europa.
Come attore, Bartenieff ha collaborato, tra gli altri, con il Living Theatre (in “The Brig” e poi condividendo l’impegno con Julian Beck, poco prima della morte di quest’ultimo, nella Trilogia “Beckett”, diretta da Gerald Thomas al La Mama ETC), il Bread and Puppet Theatre, Mabou Mines, Judson Memorial Poets Theatre, Andre Gregory’s Theatre for the Living Arts, Public Theatre e Shakespeare in the Park, ma anche, a Broadway, nello spettacolo “Il violinista sul tetto” di Harvey Fierstein e con Al Pacino nel “Riccardo II”.
Interessato a un teatro di poesia socialmente trasformativo, come è stato scritto “Ha perseguito un mix di progetti passionali che mescolano la fede nella giustizia sociale con una fedeltà instancabile all’artigianato teatrale”. Una carriera lunghissima e artisticamente variegata, la sua, avvalorata dall’attribuzione di diversi premi “Village Voice Obie” per la recitazione e l’eccellenza nel teatro e di un “Drama Desk Award”.
Per saperne di più, si può leggere il mio articolo, qui pubblicato, “Theatre for the New City, un teatro per l’ecologia“, che contiene un’intervista a Bartenieff. Ai primi anni Novanta, infatti, ho avuto l’opportunità di incontrare George Bartenieff partecipando alla celebrazione del “Passover Seder”, officiato da Judith Malina, nella sua casa a Brooklyn, e di seguirne alcuni lavori su tematiche ecologiche al Theatre for the new City, grazie alla stretta collaborazione che il suo teatro aveva con la compagnia del Living Theatre. Nell’intervista Bartenieff descrive i suoi inizi artistici, i suoi rapporti con il Living e l’ interesse per l’ecologia.