A Popoli (Pescara), dove il teatro ha trovato il codice per relazionarsi, rispettosamente, con le istituzioni, la comunità e gli spazi urbani, torna, alla seconda edizione, il festival “Il teatro della città”, un intenso e lungo programma di eventi che si estenderà da dicembre a marzo 2020, con spettacoli, seminari, laboratori e conferenze, tra teatro, musica, danza e canto. A porgerlo è Drammateatro, guidato da Claudio Di Scanno, che nella cittadina lambita dal fiume Pescara ha costruito la residenza “Popoli dei Teatri” e formato un pubblico per il teatro, molto prima che l’edificio teatrale, il pregevole teatro comunale di Popoli, fosse pronto ad accoglierlo. “Teatro – dice infatti Di Scanno – non solo come spazio fisico ma come attenzione profonda ai processi in atto… efficacissimo e finanche indispensabile alla crescita della città. Questo è stato il progetto: far accettare alla città la necessità delle forme altre e plurali della teatralità”.
L’attuale edizione del festival riparte dichiaratamente dalla storia del Drammateatro e sembra voler rilanciare il senso profondo, e politico, del suo radicamento culturale. “Pensare un festival – scrive il dramaturg nel suo blog “Teatro e altri luoghi” – è un po’ riannodare, ogni volta, quei fili invisibili e fragili che legano la memoria personale alle necessità del presente. E’ nel presente che diventa fondamentale la ricerca di traiettorie verso ciò che verrà, ciò che potrà essere domani. Un presente che oscilli tra i riverberi del passato e il desiderio di futuro, quantomeno prossimo. Pensare un festival è quindi tante cose messe insieme e, parlando di Teatro, queste ‘tante cose’ si traducono in pulsioni irrefrenabili che muovono non verso una nostalgia di ciò che è stato ma verso tutto quanto può essere, (…) nel tentativo di far sì che le arti si manifestino come corpi sensibili e non come meri elementi di un mercanteggiamento insulso e, in tanti aspetti, inutile ed umiliante”.
Il festival segna il ritorno di un grande maestro del teatro internazionale, Horacio Czertok, che dal 18 al 20 dicembre terrà a Popoli uno stage per attori. Regista ed attore, fu fondatore, con Cora Herrendorf, del Teatro Nucleo, nato in Argentina ma in esilio in Italia a seguito del golpe militare. Si stabilì a Ferrara, dove opera dal 1978, affiancando alla produzione teatrale, proseguita in continuità con l’esperienza della Comuna Baires, di cui fu co-fondatore e della Comuna Nucleo (1974), un forte impegno culturale e pedagogico. Ha infatti abbracciato con convinzione i luoghi del disagio sociale, come le carceri, Casa circondariale di Ferrara, in primis, dove ha fondato un laboratorio stabile, e psichiatrico: ambito, questo, cui ha dedicato significativi progetti, collaborando negli anni Settanta con Basaglia e fondando, nel 1992, un Centro di Studio sul Teatro nelle Terapie. Nell’impegno teatrale, mai disgiunto dalla volontà di costruire una relazione autentica e immediata con lo spettatore, ha avvalorato l’eredità di Stanislawsky e di Grotowski, come quella del Living Theatre e dell’Odin Teatret, sviluppando un proprio “metodo” e accentuando l’impegno nella pedagogia teatrale e nella formazione permanente degli attori, ma anche degli spettatori, degli operatori sociali e culturali e di “quanti credono nel teatro come strumento pedagogico”.
Il ritorno del Teatro Nucleo in Abruzzo riporta alla memoria, per molti viva, di “Ombelicus mundi”, un seminario internazionale organizzato dallo stesso Drammateatro alla metà degli anni Ottanta, a Raiano (L’Aquila). In quella circostanza, racconta Di Scanno, “Tutti gli spazi urbani, la scuola del paese, la palestra scolastica, l’Eremo di San Venanzio, il lungo fiume furono utilizzati come luoghi di training, di creazione scenica, di incontri a carattere pedagogico. Nel contempo si presentavano gli spettacoli del Teatro Nucleo, le dimostrazioni di lavoro, un’evento scenico conclusivo nel corso del mercato settimanale!”. La compagnia è tornata altre volte in Abruzzo, impreziosendo con i suoi spettacoli ed incontri con il pubblico l’offerta del glorioso festival “Montone tra il Sole e la Luna”, nelle edizioni del 1996 e del 2000.
Nel libro, di recente pubblicazione, “Teatro e altri luoghi: Una Teatrilogia del Drammateatro a Popoli” (Riccardo Condo’ Editore, 2018, distribuito da Amazon), Claudio Di Scanno riconosce a Czertok e a Cora Herrendorf un ruolo di riferimento cardine per il suo teatro, al pari delle ispirazioni giunte da Eugenio Barba. “L’impatto che cercavo – scrive – era, intuitivamente, con quanto potesse determinare una visione totale della compromissione teatrale, e questo accadde con Eugenio Barba ma anche, per ragioni diverse, con Cora Herrendorf e con Horacio Czertok. Percepivo che quell’impatto era all’origine di un percorso nuovo, non un percorso teatrale nuovo ma una nuova ipotesi di esistenza, una energia che stava promuovendo dentro di me un percorso di vita. A distanza di trenta anni posso dire che è stato quell’incontro a segnare le coordinate per il cammino verso la costruzione della mia personale tradizione teatrale”.
Nei giorni dello stage, nella sezione del festival dedicata ai maestri della scena contemporanea, sarà presentata anche la recente produzione del Teatro Nucleo “Contra Gigantes”, prosecuzione del celebre spettacolo di strada “Quijote” da Cervantes, rappresentato per oltre un decennio in centinaia di piazze in tutto il mondo, Abruzzo compreso.
Allo stage possono partecipare attrici e attori (ma anche danzatori) fino ad un massimo di 12, selezionati tra coloro che ne faranno richiesta entro il 30 Novembre 2019 (per informazioni inviare messaggio WhatsApp al 333.1107187 completo del proprio nome e indirizzo mail).