Città come Cultura, una pubblicazione racconta il workshop del MAXXI, tra L’Aquila e Roma

Nell’ambito della terza edizione del progetto Città come Cultura, il 17 maggio si è tenuto al MAXXI  – Museo per le Arti del XX secolo – un pomeriggio di confronto e dibattito sul valore della cultura nei processi di trasformazione e sviluppo dei territori. Nell’occasione, in esito alla call for paper lanciata lo scorso anno, è stata presentata la pubblicazione che raccoglie l’esperienza  dell’omonimo workshop tenutosi nella primavera 2018 tra L’Aquila e Roma, con la partecipazione di centocinquanta professionisti della cultura, di cui venticinque aquilani.

Sono stati riaffermati il ruolo delle istituzioni culturali e delle industrie creative, della rete e dei progetti condivisi e dell’imprescindibile partecipazione delle comunità per dare significato al concetto di identità culturale nella connessione tra processi culturali e rigenerazione urbana e territoriale. Un focus è stato posto sulla capacità delle istituzioni, e in particolare di musei e spazi espositivi, di farsi centri di attivazione culturale per le città, in grado di portare i cittadini all’interno delle sale e al tempo stesso essere attenti osservatori delle trasformazioni urbane. Ne hanno parlato Guido Guerzoni, docente della Bocconi e manager culturale e museale, Alfredo Valeri, di Civita, ricercatore  esperto di politiche culturali,  Francesca Velani (Promo PA e Parma 2020), esperta in programmazione culturale, e Paolo Verri, esperto in progetti e processi culturali, a capo della sfida vinta di Matera 2019.

All’Aquila, 19 e 20 Aprile 2018, Auditorium del Parco. Proprio Verri aveva generato riflessioni stimolanti nelle giornate aquilane del workshop, parlando dei progetti culturali come attivatori di processi di rigenerazione nelle comunità. Verri ci ha conquistato con i concetti vivi di valore rete, di durata e sostenibilità ambientale, di recupero della leggibilità dei luoghi, di processi in cui la tradizione sia il punto di arrivo e non di partenza; e ancora dell’importanza della narrazione, della costruzione dell’immaginario, dell’individuazione di valori territoriali e della creazione di una percezione positiva capace di generare attrattività. Tra le molte esperienze di successo presentate, oltre a quella di Matera 2019, “Demanio Marittimo” (nelle Marche) con gli ideatori e curatori Cristiana Colli e Pippo Ciorra, oltre a un focus sulla Città di Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020, presenti il sindaco Pizzarotti, l’assessore alla cultura Guerra e Francesca Velani (Vice Presidente Promo PA Fondazione e coordinatrice di Parma 2020). Il segretario generale della Fondazione MAXXI, Pietro Barrera, ha raccontato la genesi del progetto MAXXI L’Aquila, annunciando l’apertura della sede distaccata del museo nel restaurato Palazzo Ardinghelli per il decennale del sisma, apertura che, come è noto, non è ancora avvenuta, nonostante alcuni aspetti del progetto museale abbiano già preso forma, come il lavoro site specific su L’Aquila del fotografo Paolo Pellegrin, e quelli pensati apposta per l’inaugurazione di Palazzo Ardinghelli dagli artisti Elisabetta Benassi, Daniela De Lorenzo, Alberto Garutti, Nunzio, Ettore Spalletti e dall’artista russa Anastasia Potemkina.

A Roma, 3, 4 e 5 Maggio 2018, Sala Carlo Scarpa del MAXXI. Azioni articolate e processi culturali a confronto, con ospite, tra gli altri, Pedro Gadanho, direttore del MAAT di Lisbona. Come mettere a sistema diversi luoghi della città o del territorio più in generale, partendo dall’assunto che i programmi complessi, supportati da amministrazioni, enti e fondazioni che si occupano di innovazione, possono attivare rigenerazione e diventare espressione della miglior cultura locale? Focus su Palermo, con ospiti, tra gli altri la fotografa Letizia Battaglia, direttrice del Centro internazionale per la Fotografia e l’assessore alla cultura, Andrea Cusumano:  Palermo come Capitale Italiana della Cultura, come sede di Manifesta 12 e come città in continuo fermento in cui intere aree, come i Cantieri della Zisa, si trasformano per diventare spazi culturali e ospitare un centro di fotografia. Altri casi studio il Centro Pecci, il nascente M9 di Mestre e la zona franca del Museo del Bardo a Tunisi.

Note a margine. Il workshop – anche e soprattutto nelle sessioni dedicate alla condivisione dei progetti culturali  – molti e validi quelli abruzzesi –  ha offerto una mappatura interessante e un’entusiasmante fotografia del dinamismo culturale delle città dove un attivismo consapevole si misura costantemente con il tema della cultura e dell’arte come germe di rigenerazione urbana e delle comunità. Dalle giornate aquilane, nelle confronto delle esperienze riportate dai partecipanti, sono emerse anche le criticità del nostro sistema culturale: frammentarietà dell’offerta, scarso avvaloramento delle competenze, distanza dei portatori di competenze dalle istituzioni, invasività, miopia e inadeguatezza delle politiche nei diversi contesti culturali, resistenza degli operatori culturali a lavorare in rete, smemoratezza, come risultato di una disattenzione sia della cultura ufficiale (sovvenzionata) che della politica (spreco). La lezione, dunque, al contrario, va nella direzione di avvalorare le competenze, rispettare le diversità, sollecitare la creazione di reti e di reti di reti, attivare processi di comunità in un’ottica di partecipazione durevole, rigenerare i luoghi e gli spazi urbani coinvolgendo i giovani, le scuole, le associazioni. Coraggio, umiltà, collaborazione, generosità, marginalità, frugalità, passione, rigore, le parole dell’efficacia e del successo.

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